Alla Horska: artista e dissidente. Una nuova retrospettiva a Kyiv.

Qualche settimana fa è stata inaugurata alla Ukrainian House di Kyiv la meravigliosa restrospettiva  Alla Horska. Borivitersull’artista e dissidente ucraina Alla Horska (1929-1970). Alla tragica storia di artista censurata dal regime sovietico e poi assassinata, l’invasione russa dell’Ucraina ha aggiunto un nuovo capitolo dal momento che quasi tutte le sue opere monumentali si trovavano in Ucraina orientale e sono state distrutte dai bombardamenti russi o si trovano sotto occupazione. 

Alla Horska nel 1965. Foto scattata da L. Zanettte alla mostra presso Ukrainian House

Le Origini
Alla Horska nasce nel 1929 a Yalta, in Crimea. Il padre, Oleksandr Horsky, è un importante produttore nell’industria cinematografica sovietica e la famiglia si trasferisce a Leningrado quando gli viene offerto di dirigere la Lenfilm. Nel 1943, Alla e la madre Olena vengono evacuate a Alma-Ata, in Kazakhstan, per poi trasferirsi a Kyiv alla fine dello stesso anno, dove Oleksandr dirigerà i famosi Dovzhenko Studios.

Kyiv
Dopo essersi diplomata dal Liceo Artistico Taras Shevchenko si iscrive alla facoltà d’arte dell’università di Kyiv dove si laurea nel 1954 con una specializzazione in arte monumanetale e pittura su cavalletto. Nel 1952 sposa il pittore Viktor Zaretsky con cui apre uno studio in via Filatova. Nel 1959 entra a far parte del sindacato degli artisti dell’Unione Sovietica.

A sinistra: Alla Horska e il marito Viktor Zeretsky (fonte Ukrainian Unofficial).
A destra: autoritratto (fonte: Ukrainian Unofficial)
Kyiv, fine anni '50

L’attività politica (1960)
Il suo risveglio, o come lo chiamava lei, rinascita, iniziò a seguito della sua visita la museo etnografico di Ivan Honchar. Quell’esperienza le cambiò la vita. Nel 1961, Alla iniziò ad usare la lingua ucraina. Faceva parte di quella comunità di lingua russa che decise di adottare l’ucraino come propria prima lingua. (Nadiya Svitlychna)

Gli anni ‘60 sono gli inizi dell’attivismo politico nell’ambito del movimento poi noto come Shistdesiatnyky (che possiamo tradurre come Gente degli anni ‘60) che raccoglieva intellettuali, artisti, e dissidenti politici che promuovevano la riscoperta della cultura ucraina, i diritti umani, e denunciavano i crimini sovietici staliniani in un periodo, quello del disgelo Khrushcheviano (1955-1963), in cui era diventato meno difficile parlarne. In questo contesto, Horska diventa una degli organizzatori del Club Creativo della Gioventù che in questi anni si proponeva la riscoperta degli artisti dell’Avanguardia Ucraina degli anni ‘20, i cui esponenti erano stati perseguitati e sterminati dal regime staliniano nel 1933-1937 (il cosiddetto ‘Rinascimento Fucilato’). 

Membri del Club della Gioventù Creativa. Maggio 1963 (fonte: Ukrainian Unofficial)

I giovani artisti rivoluzionari hanno portato lo spirito della ribellione. Volevano eliminare il dogma e le idee superate. E Alla era alla guida di questa grande e importante comunità di oltre duecento persone. Era l’anima del club, la sua forza trainante, e leader. (Les Tanyuk)

Non conoscevamo nulla dell’Ucraina. La nostra istruzione e maturazione intellettuale iniziò per davvero solo dopo la laurea, in particolare dopo essersi uniti al club della gioventù. Ci diede una nuova visione del mondo, era come essere rinati e pronti per cominciare una nuova vita. (Halyna Sevruk)

Membri del Club della Gioventù Creativa. Anni ‘60 (fonte: www.5.ua)

Nel suo lavoro di artista monumentale, Horska recupera le forme di Mykhailo Boychuk (1882-1937), assassinato dalla polizia sovietica insieme alla moglie e a due dei suoi studenti, per unirle ai colori della tradizione folk ucraina di artisti come Hanna Sobachko-Shostak (1893-1965) e Maria Prymachenko (1909-1997).

L’arte tradizionale ha preservato un approccio democratico alla rappresentazione della dignità umana. (Alla Horska, 1965)

Sketch per il mosaico Fiore del Carbone. 1968 (fonte: Ukrainian Unofficial)

Il Teatro (1961-1963)
Nonostante la sua attività più nota sia quella di pittrice e artista monumentale, nei primi anni della sua carriera Horska si dedica anche all’attività di scenografa per il teatro. Sempre nell’ambito del Club Creativo della Gioventù, lavora a tre opere teatrali ispirate allo stile dell’Avanguardia Ucraina. Tuttavia, nessuna di queste opere andò mai in scena in quanto furono censurate dal regime. 

A sinistra: Sketch per Madre Coraggio e i suoi figli di Bertolt Brecht, 1962
Al centro: Sketch per Il coltello nel sole di Ivan Drach 1962
A destra: Sketch per Verità e Ingiustizia di Mykhailo Stelmakh, 1963

Le fosse comuni di Bykivnya (1962)
Durante un evento in commemorazione dedicato a Les Kurbas [regista ucraino internato nel gulag di Solovky e ucciso dall’NKVD nel 1937] una signora mi si avvicinò in lacrime. Iniziò a parlarmi delle purghe staliniane e delle vittime. All’improvviso mi disse: “Voi parlate di quanto accaduto a Solovky in Russia, ma nella ben più grande Kyiv abbiamo i nostri campi di morte e le vittime sono almeno altrettante, ma nessuno ne parla. Mezza Kyiv è sepolta lì. (Les Taniuk, 1962).

Nell’agosto del 1962, Horska insieme ai colleghi Les Taniuk (regista teatrale) e Vasyl Symonenko (poeta) visitano per la prima volta il sito delle fosse comune di Bykivnya (appena fuori da Kyiv est), dove sono sepolti decine di migliaia di vittime dell’NKVD del periodo 1937-1941. La versione ufficiale del regime sovietico era che i campi di morte nella foresta fossero stati creati dai nazisti durante l’occupazione di Kyiv, ma gli abitanti della zona avevano cominciato a notare già nel 1937 dei camion che ogni notte venivano a scaricare i corpi di chi era stato torturato e ucciso nelle prigioni. Le stime attuali è che un numero compreso fra 30,000 e 200,000 persone siano sepolte a Bykivnia, anche se decenni di insabbiamento da parte delle autorità sovietiche hanno reso impossibile stabilire l’identità di più di 18,000.

Sulla sinistra e al centro: La foresta di Bykivnia oggi. A destra: Memoriale delle vittime di Bykivnia.
Foto di Ludovico Zanette

Ci trovammo di fronte ai segni dei crimini più orribili. Teschi sbiaditi con fori di proiettile. C’erano anche ossa di bambini sparse, le loro casse toraciche, e pezzi di vestiti in decomposizione. (Alla Horska, 1962)

Milioni di fedi sepolte nella terra nera,
Milioni di gioie bruciate e sparse,
L’anima brucia, la mente irata in fiamme
L’odio si sparge nel vento che infuria.

(Vasyl Symonenko, da La Profezia del 1917)


Un gruppo di ragazzini giocavano a calcio giocavano calcio con il teschio di un bambino riempito di paglia. C’erano altri teschi vicino alla porta, ma più grandi. Erano riemersi dal terreno, puliti dal tempo. Ci guardammo intorno: la zona intorno a noi era tutta coperta di teschi. (Les Taniuk, 1962)

A sinistra: Vasyl Symonenko, anni '60 (fonte: cultural-opposition)
A destra: Funerale di Vasyl Symonenko, Dicembre 1963 (fonte: Ukrainian Unofficial)

Al loro ritorno, Horska, Symonenko, e Taniuk scrissero diverse lettere all’amministrazione di Kyiv e ai membri del Politburo del Comitato Centrale del Partito Comunista Ucraino, ma senza ottenere alcuna risposta. Qualche mese dopo Vasyl Symonenko moriva a causa delle percosse inflittegli dalla polizia alla stazione di Smila, nella regione di Cherkasy. 

La Vetrata dedicata a Taras Shevchenko all’Università di Kyiv (1964)
Per l’anniversario dei 150 anni della nascita del poeta ucraino Taras Shevchenko, l’Università di Kyiv commissiona a Horska la realizzazione di una vetrata per la sala d’ingresso dell’università che raffiguri il poeta e il suo legame con l’Ucraina. Il giorno prima della presentazione del progetto, la vetrata fu distrutta a colpi di martello dal Rettore dell’Università, Ivan Shvets, su istruzione della segreteria del Partito Comunista. A seguito di questo episodio Horska viene espulsa per un anno dal sindacato degli artisti.

Sketch per la vetrata dedicata a Taras Shevchenko (foto di Ludovico Zanette)

Prima ondata di arresti (1965)
Nell’agosto-settembre del 1965 quando decine di esponenti dell’intellighenzia ucraina vengono arrestati, Horska scrive una rimostranza ufficiale al Procuratore generale e viene ripetutamente interrogate dal KGB. Negli anni successivi sostiene materialmente ed emotivamente diversi artisti e dissidenti perseguitati e internati nei campi di prigionia organizzando raccolte fondi per loro e le famiglie. 

I mosaici di Donetsk (1965-1966)
Insieme ad un gruppo di altri artisti, fra cui il marito, Horska partecipa al progetto di decorazione della Scuola Sperimentale n. 5 di Donetsk realizzando una serie di mosaici sui temi degli elementi. Dal 2014, la scuola si trova in territorio occupato dalla Federazione Russa e la principale curatrice dei mosaici è fuggita a Kyiv. 

La Scuola Sperimentale numero 5 sotto occupazione russa, Donetsk 2023 (Fonte)

Lo stato attuale di queste opere è sconosciuto, ma sappiamo che nell’autunno 2023 le autorità di occupazione russa hanno ridecorato la scuola con i colori della bandiera russa e gigantografie di Vladimir Putin. 

A sinistra: Mosaico della Scuola Sperimentale n. 5, 1965 (fonte: DailyArtMagazine)
Al centro: Alla Horska al lavoro
A destra: Hennady Marchenko, Alla Horska, Hryhoriy Synytsia, e Halyna Zubchenko Donetsk, 1965

Il mosaico di Mariupol (1967)
A Mariupol, allora nota come Zhadanov (da Andrei Zhadanov uno dei più fedeli alleati di Stalin), Horska è a capo di una squadra di artisti a cui viene commissionata la decorazione degli interni della mensa ‘Ukraina’. In circa due mesi di lavoro, Horska e i suoi collaboratori realizzano due mosaici: ‘L’albero della Vita’ e ‘Il Falco’. Entrambe le opere furono fortemente criticate a causa del loro anticonformismo rispetto ai canoni artistici sovietici e coperte da tavole di legno a seguito della morte dell’artista fino alla loro riscoperta nel 2008.

A sinistra: Il Falco (fonte: Soviet Mosaic In Ukraine)
A destra: Albero della vita (fonte: Soviet Mosaic In Ukraine)

Sia ‘L’albero della Vita’ che ‘Il Falco’ sono stati parzialmente distrutti durante i bombardamenti russi di Mariupol nella primavera del 2022.

Foto scattata da L. Zanettte alla mostra presso Ukrainian House

Seconda ondata di arresti (1968)
Nell’aprile del 1968, a seguito di una nuova ondata di arresti, Horska diventa una dei 139 firmatari di una lettera di protesta diretta alle autorità sovietica. Questa scelta le costa l’espulsione definitiva dal sindacato degli artisti e il divieto di firmare le proprie opere. Horska viene anche messa sotto sorveglianza del KGB che comincia a diffondere voci che sia a capo di una ‘cellula di una rete terroristica banderista finanziata dai servizi segreti occidentali’. 

I murales di Krasnodon (1969)
L’ultima opera monumentale di Horska è un mosaico al Museo della Giovane Guardia di Krasnodon, oggi Sorokyne nel Luhansk occupato. I mosaici raccontano la resistenza antinazista della gioventù locale e contengono elementi del muralismo messicano e dell’iconografia bizantina.

Posso rivendicare di essere l’autrice solo con un patteggiamento: “riconoscimento in cambio di abiura’. Posso lavorare, ma non posso firmare il mio lavoro. 

Siamo solo pedine nelle loro mani. Se vogliono cancellare il tuo nome, lo fanno, se vogliono tagliarti la testa, lo fanno, se vogliono mostrare pietà lo fanno. Tutto dipende dagli interessi di certe persone e da cosa gli convenga. Le nostre vite non significano nulla per loro e non sono degne della loro attenzione. (dalle lettere di Alla Horska a Opanas Zalyvakha, 1969).

Assassinio
Il 28 Novembre 1970, Horska lasciava il proprio appartamento a Kyiv per recarsi al paese di Vasylkiv per fare visita al suocero e raccogliere degli arnesi per la bottega. È l’ultima volta che viene vista dal marito e dal figlio. Il suo corpo viene trovato tre giorni dopo nella soffitta dell’abitazione del suocero, la causa della morte è un violento colpo alla testa. Il cadavere del suocero viene ritrovato decapitato sui binari del treno poco distanti. 

Il funerale di Horska avrebbe dovuto tenersi il 4 dicembre al cimitero di Baikove, ma la polizia nega il permesso. Horska viene quindi seppellita tre giorni dopo a Berkivtsy. Tutti gli amici che fanno discorsi al suo funerale saranno poi arrestati.

Funerale di Alla Horska, 7 Dicembre 1970. (Fonte: Ukrainian Unofficial)

Quello che resta del lavoro di Horska
Oggi solo due opere monumentali di Horska sono salve, il mosaico Il Vento a Kyiv e L’Uccello a Helmayaziv Cherkasy oblast.

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